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sabato 24 novembre 2007

Meridiorientale


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Meridiorientale è una provocazione per affermare la volontà di liberarsi dallo stereotipo, affibbiato sin dalla nascita dell'Italia unificata, che dipinge la parte meridionale della penisola come la più arretrata e corrotta. Questa trovata ha permesso di giustificare all'inizio la missione eroica e salvatrice dei garibaldini e dei savoia e in seguito di godere deliberatamente della rendita di posizione che garantisce superiorità e privilegio a coloro che si sarebbero dati tanto da fare per la nobilissima causa dell'unificazione del paese.
La trovata risorgimentale invece ha finito con il tempo col dividere (altrochè unire) ulteriormente il paese in tre parti: il nord, il centro ed il sud. Questo è stato ed è il modo sbagliato in cui gli italiani continuano ad accettare che al norditalia siano concentrate la maggioranza delle risorse, che a Roma e dintorni sia garantita la dignità di capitale e infine che al resto del paese sia lasciato quel che avanza, che sappiamo essere a malapena sufficiente per sopravvivere.

domenica 18 novembre 2007

La locomotiva del paese

La classe dirigente italiana ci ha da sempre presentato il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia Romagna ed il Veneto come la locomotiva del Paese, sia in campo economico che culturale. E questo è stato fatto dal giorno stesso in cui c'è stata l'unificazione del paese nel 1861, quasi 150 anni fà. Ma è davvero stato sempre così? E' curioso scoprire infatti come questo è vero adesso, ma non lo era affatto 150 anni fà: allora le prime locomotive italiane partivano da Napoli (avete letto bene) e l'odierno mezzogiorno in realtà era il più importante, ricco e avanzato Regno tra i tanti in cui era divisa politicamente allora la penisola italiana.

Il filmato racconta bene come stavano davvero le cose, e quindi induce ad una serie di sconcertanti domande: l'unificazione italiana sarebbe in realtà la prima di una lunga serie di beffe fatte ai danni degli italiani, e l'inizio di una serie di torti subiti dai meridiorientali? E l'epopea risorgimentale sarebbe una trovata confezionata e propagandata ad arte per giustificare l'appropriazione delle richezze e della forza lavoro del più ricco e popoloso Regno della penisola? Dobbiamo quindi pensare che quello che troviamo scritto sui libri di storia sarebbe stato il modo subdolo con cui Cavour volle "fare" gli italiani, plagiandoli sin dagli albori della scolarizzazione di massa? E che dire della "questione meridionale": sarebbe anch'essa una ipocrita "istituzione" giacché prima dell'unificazione non esisteva affatto? Infine mafia e camorra prima dell'unificazione non erano una minaccia: furono forse finanziate e usate per la causa sabauda, diventando così molto potenti?

Certo gli argomenti a conferma di questi inquietanti interrogativi sono molti: consideriamo ad esempio che gli invasori preferirono piazzare la capitale d'Italia a Firenze (Roma fu occupata nel 1870) anziché a Napoli. Oggi potrebbe anche sembrare "giusto" ma bisogna invece considerare che all'epoca Napoli era una capitale europea non solo per numero di abitanti (più di un milione contro poche centinaia di migliaia di Firenze) ma in ogni altro campo, tanto da essere considerata in Europa seconda solo a Londra e Parigi. Questo è forte indizio della cattiva fede e delle reali intenzioni sabaude, come se fosse il primo atto di un processo di annullamento morale e civile della capitale del regno appena conquistato.

Un altro indizio importante è dato dall'ingombrante posizione economica che il Regno di Ferdinando II delle Due Sicilie aveva assunto in Europa. Con la più grande flotta mercantile del Mediterraneo Napoli infastidiva non poco le ambizioni commerciali dell'Impero Britannico. E' noto anche in quali pessime condizioni finanziarie era il bellicoso Regno di Sardegna, indebitato sino al collo anche con Francesi e Inglesi. Sappiamo infine che ne' Inglesi né Francesi intervennero quando i savoia si unirono ai garibaldini contro le truppe borboniche (senza che ci fosse stata nessuna dichiarazione di guerra). Anche in questo caso ci sono pertanto forti indizi a favore di una congiura internazionale per armare, finanziare e incoraggiare il bellicoso Regno di Sardegna alla subdola conquista del Regno Borbonico.

A questo punto è logico chiedersi, che fine fecero le immense ricchezze del Regno delle Due Sicilie, visto che le riserve del Banco di Napoli superavano abbondamente la somma delle riserve di tutti gli altri staterelli italiani? E che dire del repentino immiserimento di Napoli assieme a tutte le altre città meridiorientali e del contemporaneo rapido boom economico del norditalia? E come spiegare l'accoglienza trionfale riservata a Garibaldi nella sua successiva visita a Londra: è stata l'occasione degli inglesi per ringraziare l'artefice dell'impresa con la quale furono ripagati i loro crediti?

Un altro inquietante indizio è l'inesorabile declino che ebbe l'industria meridiorientale dal giorno stesso in cui cadde in mano sabauda: l'unica spiegazione può essere un dirottamento di tutte le risorse economiche verso le industrie del nord che ha annullato ogni possibile forma di concorrenza delle analoghe industrie meridiorientali, fino a ridurre alla miseria quello che fino a qualche anno prima era un ricco e florido stato europeo.

Infine che dire di quel fenomeno chiamato brigantaggio: possibile che si arrivi a schierare fino a centomila soldati, la metà dell'intero esercito sabaudo, per combattere dei semplici briganti? Quello che è certo è che inizialmente si perpetrarono le più crude atrocità ai danni di chi si ribellava al peggiore invasore si fosse mai presentato a quelle latitudini, e che in seguito si proseguì nella sistematica repressione di qualsiasi manifestazione di dignità e orgoglio, ricorrendo ad ogni mezzo. Alla fine chi ha potuto (i più intraprendenti) è emigrato: negli anni si contano più di 15 milioni di meridiorientali emigrati, che hanno fatto la fortuna di nazioni lontane.

Queste riflessioni inquietano parecchio se si pensa a quali sarebbero state le intenzioni con cui allevare quei fratelli d'italia che "andavano fatti", ovvero plasmati e plagiati secondo la propaganda dell'invasore: forse la verità era qualcosa di così terribile da vergognarsi e tentare di cancellarla?

E' molto triste constatare che l'interesse attorno a questi temi è molto basso, mentre fanno sempre molto clamore in Italia i soprusi subiti da altri popoli come afgani, iracheni o libanesi: eppure sapere la verità sulle vicende del nostro paese, riconoscere eventuali soprusi e ingiustizie subite da una parte degli italiani potrebbe essere un modo per riscattare e finalmente unire nei fatti il popolo italiano che ahimé si divide sempre di più. Purtroppo la mia triste conclusione è che l'accettazione di queste tesi andrebbe a minare a tal punto le fondamenta di questo paese, che conviene anche a chi sa mantenere il beneficio del dubbio.